Dimissioni in massa dall'hotel di Dorgali, il dg di Club Esse: "Ecco com'è andata"
"Non è andata come hanno detto", spiega Antonio RussoIl direttore generale di Club Esse, catena alberghiera che gestisce diversi villaggi, replica alle circa 60 cameriere di Dorgali che hanno detto no a condizioni di lavoro più dure e paghe più basse, dimettendosi. Un caso che ha travalicato i confini dell'Isola, diventando nazionale.
La ricostruzione di Gianni Russo su quanto avvenuto nel villaggio Palmasera, a Cala Gonone, è completamente diversa. Parla di esperienza "per noi incomprensibile e dolorosa per il prosieguo dell'attività" Russo, poi ricostruisce quanto accaduto.
"Il 29 giugno, dopo meno di due settimane dall'inizio della stagione, le cameriere assunte dalla società che fornisce il servizio di housekeeping hanno rassegnato le dimissioni, lamentando il fatto che non ci sia stata una programmazione definitiva del lavoro. Il periodo di avvio dell'attività è stato frenetico, misue anti Covid, disdette e pernottamenti all'ultimo minuto", racconta.
"Per questo ho chiesto loro di poterne parlare e di darci tempo per organizzarci, ma non c'è stato niente da fare, ci hanno lasciato in gravi difficoltà con circa 160 camere al giorno da organizzare, ne siamo venuti fuori solo grazie all'organizzazione della società che ha in appalto il servizio", spiega.
Sulle condizioni contrattuali, Russo risponde che "la società che le ha assunte ha adottato un contratto nazionale pagato con un minimo sindacale a seconda del livello concordato in precedenza. Inoltre gli anni scorsi le operatrici venivano assunte tutte col contratto part time, ma noi abbiamo chiesto un servizio full time e questo per loro non andava bene".
"Nei nostri resort - continua il dg di Club Esse - nessuno si è mai lamentato dei contratti e in Sardegna ogni anno lavorano col nostro gruppo duemila persone. Chiediamo alle società esterne massima serietà e rispetto dei contratti collettivi nazionali. Tutti questo lavoratori hanno sempre accettato contratti capestro? Evidentemente no, altrimenti le proteste sarebbero all'ordine del giorno".
Infine precisa: "Nessuna fuga di lavoratori, anzi, continuiamo ad inserire collaboratori per la maggior parte sardi grazie ai turisti che ci scelgono ogni anno".
(Unioneonline/L)