Sanluri, rimossi i detriti dell’alluvione (del 2013)
Una lunga storia di rinvii e scambi di richieste tra amministrazioni: intervento concluso dopo 9 anniI detriti dell’alluvione sono stati correttamente ritirati e smaltiti. Una buona notizia. Se non fosse che il “certificato di regolare esecuzione” emesso dalla Provincia del Sud Sardegna riguarda l’evento calamitoso del 18 novembre del 2013. Nove anni: tanto c’è voluto per rimuovere le “macerie” che erano state accumulate lungo la Provinciale 59, vicino a Sanluri Stato.
L’atto amministrativo che pone fine alla vicenda ricostruisce tutti i passaggi burocratici, per una procedura costata circa 170mila euro.
Il passaggio del ciclone Cleopatra aveva creato danni anche in quella che allora era la provincia del Medio Campidano. L’amministrazione era intervenuta immediatamente, per liberare strade e canali. Con ordinanza venne deciso che tutto il materiale raccolto venisse stoccato in attesa di capire dove sarebbe dovuto andare a finire.
E qui il primo buco: solo nel settembre 2017 vengono chiesti alla Regione 360mila euro “per la bonifica dell’area sita lungo la S.P. 59”.
La risposta della Protezione civile arriva due mesi dopo: a disposizione c’erano “solo” 270mila euro. Vengono nominati i responsabili del procedimento, ma per l’approvazione degli “ulteriori investimenti connessi con l’emergenza novembre 2013, ove si comunica che il lavoro in argomento è stato inserito nel suddetto piano”, bisogna attendere una delibera della Regione, che arriva nel marzo 2018. Il 10 gennaio 2019 il commissario straordinario della Provincia firma la “presa d’atto di finanziamento e tempistica dell’intervento”. Dodici mesi dopo, a dicembre, ecco la “rimodulazione" della tempistica prevista. Che viene di nuovo “rimodulata” a dicembre del 2021: intanto sono trascorsi due anni.
Da qui, e meno male, è tutto in discesa: lo scorso marzo l’appalto viene aggiudicato a un’impresa di Tortolì, la Sarda Lavori. Che a ottobre ha tolto tutto ed è passata all’incasso finale. Pochi mesi di intervento, a nove anni dall’alluvione.
Enrico Fresu