Chi erano i primi mugnai, come sono arrivati qui, chi ci ha vissuto e quanto dell'Arzachena di oggi si deve al vecchio mulino che fiancheggia la statale 125 per Palau.

Tante curiosità sulla bella e quasi inarrivabile struttura costruita sul rio San Giovanni sono state ricostruite e svelate grazie a Facebook. Non sempre demoni sono quindi questi social.

A volte promuovono incontri e scambi altrimenti impossibili, tanto da consentire, come nel caso di "Invasioni Digitali", la ricostruzione di una storia finora persa in mille frammenti e vicende che mai nessuno ha rilegato.

Ci ha pensato Fabrizio Filigheddu a mettere insieme sul web il puzzle dei passaparola. L'imprenditore arzachenese è al suo secondo anno come organizzatore di quello che, più che un evento, è una battaglia contro l'oblio combattuta a suon di smartphone, tablet, foto, post e commenti sul social per eccezione e culminate ieri nell'appuntamento ospitato al vecchio mulino.

Lo scorso anno fu la chiesa di Santa Lucia a richiamare l'attenzione dei curiosi arzachenesi, stavolta è toccato al misterioso edificio in pietra di cui tutti sanno ma che nessuno conosce.

«Tra le tante testimonianze, progetti e documenti raccolti in queste settimane, ho potuto veder l'atto, stipulato nel 1899, con il quale due fratelli di Arzachena acquistavano per 500 lire il mulino da Pasquale Frediani, mugnaio nato a Sambuca Pistoiese e domiciliato a Tempio Pausania» spiega Filigheddu.

I discendenti dei proprietari sono stati invitati a raccontare i loro aneddoti agli oltre settanta "invasori" coinvolti, mentre della storia più recente saltano all'occhio i segni sui muri lasciati dall'alluvione dell'intera piana durante il ciclone Cleopatra del 2013. Ma c'è ancora altro da ritrovare e raccontare. Tutti sono invitati sul web a scrivere nuove pagine, virtuali, sulla storia di Arzachena.
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