Ha chiesto la parola per difendere la madre. «Lei non c'entra, non ne sapeva nulla, era all'oscuro di tutto, per favore non condannatela». Questo il senso delle dichiarazione spontanee rese ieri in aula da Elisa Gandolfi, nuorese di 34 anni accusata di aver organizzato insieme al resto della famiglia la spedizione da Bologna alla Barbagia di un ingente carico di droga nascosto all'interno di una lavatrice.

RICHIESTE DA RECORD Un'appassionata difesa che non ha però intenerito neanche un po' il pm Mariangela Passanisi che, al termine della sua requisitoria, ha chiesto pene pesantissime sia per la ragazza - 15 anni di carcere - che per la mamma Luciana Gemma Spena e i fratelli Bastiano Roberto e Alessandro: 10 anni e 4 mesi a testa.

Il magistrato inquirente ha inoltre sollecitato la condanna a dieci anni di reclusione per i presunti complici della famiglia Gandolfi: Federico Fadda, nuorese di 30 anni, Raimondo Piras, trentatreenne originario di Nuoro ma residente a Bologna, Giovanni Antonio Murru, nuorese di 45 anni. Richieste record - formulate per giunta in un processo col rito abbreviato che garantisce lo sconto di un terzo della pena - che saranno vagliate dal Gup Silvia Palmas all'udienza del prossimo 3 marzo quando, ultimate le arringhe dei legali della difesa, è prevista la sentenza.

GLI ARRESTI L'operazione antidroga era scattata il 26 aprile di due anni fa. Tra le nove persone arrestate c'era anche un marocchino di 38 anni, Mohamed Ettayea, domiciliato in un paesino emiliano, e il bolognese Alberto Giuseppe Mari, 58 anni, le cui posizioni sono state però stralciate. Sarà processato a parte pure Bruno Bruno, 41 anni, nuorese. Gli investigatori della squadra Mobile di Nuoro avevano scoperto i presunti trafficanti seguendo le tracce di un pacco da venti chili di hascisc che era stato nascosto dentro una lavatrice spedita da Bologna e diretta a Nuoro.

CARICO SOSPETTO Il carico era stato intercettato il 4 aprile del 2007 nel porto di Olbia, all'interno del deposito di una società di spedizioni. A quel punto gli investigatori avevano prelevato la droga lasciando che la lavatrice proseguisse il suo viaggio verso il capoluogo barbaricino, senza annunciare pubblicamente la scoperta. Attraverso una serie di pedinamenti e riprese filmate erano così riusciti a ricostruire l'intero organigramma della presunta banda, dagli spedizionieri ai destinatari dello stupefacente, che con tutta probabilità era destinato a rifornire il sempre più florido mercato nuorese.

COMPLICE SEGREGATO Ma non è tutto. I componenti della famiglia Gandolfi sono infatti accusati anche di sequestro di persona in quanto avrebbero tenuto segregato per alcuni giorni il presunto complice Federico Fadda, convinti com'erano che fosse stato lui a sfilare la droga dalla lavatrice nascondendola da qualche parte o rivendendosela in proprio. Speravano così di costringerlo a confessare, senza sapere che in realtà il pacco era nelle mani della polizia e che l'amico non aveva fatto il furbo. All'udienza di ieri, dopo la requisitoria del pm, hanno parlato gli avvocati Basilio Brodu e Pasquale Ramazzotti. Il 3 marzo invece toccherà all'avvocato Lorenzo Soro, che difende tutti i componenti della famiglia Gandolfi. ( m. le. )
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