Durante la requisitoria al processo per una serie di opere contestate nelle conce di Bosa, va giù duro e in un solo colpo chiama in causa Bosa, per il processo che si svolgeva ieri mattina in Tribunale a Oristano, e l'ufficio del Comune capoluogo, nella gestione precedente a quella attuale, indicato come esempio di “malaffare urbanistico”. Una affermazione che chiama pesantemente in causa chi di quell'ufficio è stato responsabile fino a pochi anni fa, ovvero l'ingegner Mario Zonchello. «Sono indignato e affranto», è stata la replica di Zonchello. «Non so sulla base di che cosa il Procuratore faccia queste affermazioni. Vedremo come andrà a finire. Per ora ci sono solo procedimenti aperti, non c'è ancora una sentenza. Le accuse non bastano. Sono convinto che le concessioni da me rilasciate siano regolari, anche perché tutte sono sempre state date in conformità del parere e dell'istruttoria del responsabile del procedimento. È questo il malaffare?».

BOSA L'accusa sostiene che in uno stabile delle vecchie concerie di Bosa, sottoposte a vincolo paesistico, sia stato compiuto un abuso edilizio. Contesta poi lo smantellamento del solaio, la rimozione del pavimento originale in lastre di pietra, la realizzazione di un cordolo in cemento, l'asportazione degli intonaci sui muri e la demolizione della scala interna. Il Procuratore ha chiesto la condanna di Vincenzo Pischedda, proprietario dello stabile a Sas Conzas, a 1 anno e 2 mesi e di Roberto Eduardo Urigu, impegnato nei lavori contestati, a 6 mesi di arresto: sono accusati di aver compiuto lavori nello stabile in difformità rispetto alle prescrizioni della Soprintendenza dei beni culturali e all'autorizzazione paesaggistica del Comune. Gli avvocati Sebastiano Chironi e Antonello Spada hanno replicato alle accuse affermando che si trattava della ristrutturazione dell'edificio, ormai decadente, in previsione dell'apertura di un ristorante. La sentenza il 23 aprile. (
p. m. )
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