A La Maddalena c’è una femmina di cinghiale che da oltre un mese vaga in zona Padule con una vistosa ferita alla zampa posteriore sinistra, forse causata da una fucilata. E la Lav, Lega antivivisezione che l’ha ribattezzata Maddy,  lancia un appello, con una richiesta ufficiale a tutti gli enti competenti, dall’assessorato regionale all’Ambiente, all’ente Parco, fino alla Forestale: «Salvatela». 

«Il 9 febbraio scorso, nei pressi di alcune palazzine militari», è il racconto degli animalisti, «viene avvistato un cinghiale con un'evidente zoppia alla zampa posteriore sinistra causata da una brutta ferita rosso sangue. Probabilmente dovuta a una fucilata».

Il primo ad interessarsi di questo animale è Gianpiero, «abita in una di quelle palazzine e scopre che si tratta di una femmina e che si presenta nel terreno sotto casa sua ogni sera intorno alle 17». 

Sabato 11 febbraio avverte i Barracelli, che intervengono domenica 12 febbraio di mattina. Ma «l'animale non è presente e nessuno si fa più vivo», prosegue il racconto. I volontari Gianpiero, Cristina e Adriana «ottengono un appuntamento con il direttore del Parco Nazionale Arcipelago di La Maddalena durante il quale si discute, si cerca una possibile soluzione tra la cattura in gabbia ed un metodo alternativo di sedazione per poterla far visitare da un veterinario autorizzato ad intervenire sulla fauna selvatica».

 A distanza di un paio di giorni viene piazzata una gabbia alla quale l'animale non si avvicina nemmeno introducendo del cibo

«Entriamo in un tunnel senza uscita», dicono dalla Lav, «la provincia competente è Olbia-Tempio ma il veterinario incaricato interviene solo una volta catturata la cinghialina in gabbia. Non si capisce chi la debba convincere ad entrarci né tanto meno cosa possa succedere a questa creatura una volta ingabbiata, in attesa che arrivi il veterinario da Olbia». La  storia di Maddy inizia a circolare sui social. 

 A La Maddalena e Caprera, spiegano ancora dalla Lav,  è in corso un piano di eradicazione (abbattimenti) degli ibridi di cinghiale, «in alternativa al quale Lav propose invece un progetto non cruento di immunocontraccezione. La vita di Maddy è appesa ad un filo che diventa sempre più esile. Lei sta patendo, la zampa sembra compromessa,  sicuramente si merita una vita dignitosa in un posto sicuro dove dopo essere stata curata e tutte queste sofferenze. Assicurare a questo sfortunato animale un’altra possibilità di vita sarebbe un atto di sensibilità apprezzato dalla maggioranza dei cittadini che esprime con sempre più forza sentimenti di empatia anche nei confronti degli animali selvatici». 

(Unioneonline)

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