Sarebbero state utilizzate anche aree pubbliche, visibili anche dall’aeroporto Costa Smeralda, per stoccare parte delle 1300 tonnellate di rifiuti che, secondo i Carabinieri del Noe di Sassari, sono al centro di un traffico organizzato a livello regionale da un gruppo di 15 persone, tutte destinatarie di misure cautelari.

I militari del Nucleo Operativo Ecologico per almeno due anni hanno ricostruito i movimenti dalla Gallura al Cagliaritano di una decina di persone (bosniaci che in passato sono stati ospiti del campo nomadi di Olbia).

I Carabinieri hanno individuato tre siti di “raccolta” anche di rifiuti tossici, uno è all’interno di un “micro campo” abusivo sorto in area agricola dopo la chiusura del campo nomadi comunale di Olbia.

Va subito precisato che il Comune di Olbia ha fatto di tutto per favorire l’integrazione e trasferimento dei nomadi in appartamenti della città.

Ma uno dei siti abusivi che ospitano alcune famiglie di origine bosniaca, stando alle indagini della Dda di Cagliari, era  punto di riferimento per il traffico che aveva come destinazione finale quattro aziende del Cagliaritano, i cui titolari sono stati denunciati dai Carabinieri. Tra il materiale trasferito da Olbia e trattato senza autorizzazioni, ci sono anche rifiuti estremamente pericolosi, come i componenti degli apparati di refrigerazione. 

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