Nicolò Barella è un calciatore, un capitale, un investimento. E un bravo ragazzo, che piace ai tifosi del Cagliari, alla società, a un ambiente che si innamora in fretta di quelli come lui, coraggiosi e smaccatamente fieri di mettersi quella maglia e quella fascia. Il Cagliari ne sta facendo una bandiera, anche perché la sua città natale ha lo stesso nome della maglia che si mette addosso ogni domenica.

A proposito di maglie, ieri ha indossato quella azzurra per la seconda volta in una settimana. Che partita, per Barella: si chiama consacrazione, una colossale operazione di marketing che il campionato sa fare in parte: la Nazionale la vedono tutti, le partite del Cagliari un po' meno. E di Barella è stato apprezzato il coraggio, il dna del leader, del predestinato. Insieme alle grandi firme del calcio italiano, vecchie e nuove, tra un anziano signore come Chiellini e un teen ager rampante come Chiesa. Barella, e siamo al punto, prestissimo starà stretto al Cagliari, ma dall'altra parte del tavolo si dovrà sistemare qualcuno che sul giocatore è disposto a investire. Parecchio. Non le cifrette circolate fra la primavera e l'estate 2018, quando sembrava che Nicolò, classe 1997, avesse le valigie pronte e il motore acceso.

Il Cagliari ha sapientemente messo sotto contratto il suo talento più brillante fino al 30 giugno 2022, scegliendo di non svenderlo davanti alla prima manciata di milioni. E - lo dicono i fatti - è stata una scelta azzeccata. Perché il valore di mercato del centrocampista azzurro è cresciuto.

Il vangelo del calciomercato, il sito Transfermarkt.it, ieri sera lo ha inserito fra i dieci più preziosi giocatori italiani del momento. Con una valutazione, 30 milioni di euro, che potrebbe non essere la stessa che la società di via Mameli ha in mente.

Barella è un fenomeno, se rapportato al livello medio dei centrocampisti italiani, e piace parecchio anche all’estero, con alcuni grandi club fra Premier e Ligue 1 disposti a investire cifre più pesanti rispetto al prezzo indicato dai “tecnici” del mercato. Tommaso Giulini ha dimostrato di saper fare i conti e - con gli affari Astori e Nainggolan - di aver metabolizzato gli intrecci fra procuratori, presidenti e giocatori. In una stagione dove le spese saranno importanti, legate soprattutto all’investimento stadio, il capitale Barella assume un’importanza fondamentale. La squadra ha due obiettivi, conservare un posto nella prossima Serie A e mettere in vetrina nuove facce. La strada sembra quella giusta, con un terzo pensiero fisso - poter andare avanti senza Barella - che non è sbandierato dal club ma che sembra essere nei fatti. L’asta è cominciata e i prossimi potrebbero essere gli ultimi sei, sette mesi a Cagliari dell’ex “pulcino” della Gigi Riva. Piace al Milan e all’Inter, credevamo ci fosse la Juve, a Roma e Napoli lo seguono con interesse, ora che anche la Nazionale lo ha scoperto siamo alla chiusura del cerchio. Il Cagliari ha saputo pazientare, le trattative sono avviate, il futuro di Barella è adesso. Sarà lui la prima pietra del nuovo stadio, sarà lui a dare al Cagliari un domani più sereno.

Enrico Pilia

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