Vive tra Milano, Roma e Napoli per tenere le sue lezioni agli alunni di ben cinque università.

Dopo aver insegnato marketing della comunicazione culturale alla Bocconi e all'Università Ca' Foscari a Venezia, Alessandro Cecchi Paone oggi è docente di "Teoria e tecnica del documentario turistico" presso l'Università degli Studi di Milano-Bicocca e per l'Università Telematica Internazionale UniNettuno. Inoltre insegna "Scrittura per la produzione documentaristica" presso la facoltà di Scienze della formazione dell'Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli e "Documentazione scientifica" all'Università degli Studi dell'Insubria di Como. Infine è professore e testimonial dell'Università di Cassino e del Lazio Meridionale.

Giornalista, conduttore televisivo e divulgatore scientifico, la sua carriera è stata caratterizzata da grandi successi e, attraverso la tv di Stato e i canali Mediaset, con importanti parentesi nelle frequenze Sky, ha costantemente proposto una televisione verità, mai urlata e sempre rivolta alla crescita culturale dei suoi ascoltatori.

Anche le sue partecipazioni ai Reality Show erano finalizzate a importare, in quei format di intrattenimento, contenuti culturali. Missione ardua.

Grazie alla sua preparazione e al rigore morale ha ricoperto importanti ruoli tecnici nella segreteria politica del Presidente Spadolini ed ancora oggi segue da vicino la politica come ideale trait d'union tra cittadino e istituzioni.

In Sardegna per un intenso tour politico-culturale organizzato dalla lista 20Venti, lo abbiamo incontrato in un breve momento di riposo all'Holiday Inn di Cagliari.

Una vita tra viaggi, pubblicazioni e avventure sempre nuove. Cosa pensa del suo passato?

"È stato un passato fortunato perché sono riuscito a fare quello che volevo fin da quando ero ragazzino. Volevo viaggiare, scoprire mondi nuovi, realizzare documentari dopo averne visto tanti, conoscere mondi diversi, immergermi nella natura, entrare nell'universo dell'archeologia.

Ci sono riuscito, facendone alla fine un grande riassunto che ha avuto molto successo, segno evidente che questi argomenti piacciono a tutti, con 'La Macchina del Tempo' in cui per dieci anni ho raccontato questa bellissima storia personale".

Cosa vede invece per il suo futuro?

"Nel mio futuro vedo il ritorno ad una televisione utile, quella che io sono sempre riuscito a proporre, sia con i programmi che ho presentato o semplicemente con i miei interventi quotidiani in cui cerco di mettere a fuoco discussioni importanti.

Sono sempre stato favorevole ai vaccini così come a tutto quello che riguarda il progresso delle scienze, della medicina, della qualità del mondo artistico e culturale.

Se si riuscisse a rifare un programma o una forma di comunicazione che va in questa direzione sarei molto contento, altrimenti continuerò ad aiutare chi, comunque, vuole dare un contributo al miglioramento della società".

Tantissime collaborazione in Rai e Mediaset. Quale preferisce tra le due?

"Aggiungerei anche Sky perché sono stato per cinque anni direttore del canale Marco Polo ed ho lavorato per altri programmi scientifici e culturali che andavano in onda su Sky.

Non mi pongo mai nessun limite, mi interessa che mi propongano quello che amo fare e cioè raccontare agli altri, che svolgono altri mestieri e si occupano di altre attività, quello che non possono studiare e non possono vivere.

Io racconto, per loro, la sintesi di ciò che vivo in prima persona".

Secondo lei, che non ha mai nascosto di essere legato alla Massoneria, perché la gente ha paura o in certi casi la disprezza?

"Le principali cause sono la tradizione italiana su cui pesa la persecuzione fascista di 20 anni, l'opposizione comunista e la scomunica cattolica. Non dimentichiamo che nel mondo democratico liberale la massoneria è un asse portante delle libertà individuali e collettive. Il parlamento britannico ha la forma di due strutture contrapposte, non a semicerchio, come una loggia massonica, ma nessuno lo sa.

La massoneria è stata la prima grande scuola di liberà e di rispetto. In Italia questo non si sa, come non si sa che è stata fondata da Garibaldi e Mazzini.

Se si sapesse, inoltre, che Totò era un fervente Massone e che per questo usciva, per le strade di Napoli, la notte, travestito, per portare i suoi soldi ai derelitti, l'immagine sarebbe diversa".

Come è nato il suo singolo l'Avventura dell'Orso Paone?

"È stato un omaggio ai miei nipoti che erano piccolissimi all'epoca della mia prima Isola dei Famosi. Mi prendevano in giro perché dormivo molto. Ma era una necessità e mi immedesimavo nel ruolo. Da vero naufrago avrei risparmiato energie, non avendo niente da mangiare, dormendo, nella speranza di avere poi le forze disponibili per salvarmi o per risolvere gravi emergenze che si fossero presentate all'improvviso. Ai loro occhi ero come un Orso Paone in continuo letargo. Allora mi venne l'idea di giocare con loro e regalargli questa canzone, scrivendo sulla sabbia le parole visto che non si poteva disporre né di carta né tantomeno di penne e matite. Oggi hanno vent'anni ma all'epoca erano dei bambini".

Tra le mille cose fatte manca un'avventura come attore. Oppure l'ha fatta e noi ci siamo persi qualcosa?

"Una vera e propria avventura non l'ho mai fatta. Non so, sinceramente, se ne sarei in grado.

Io sono uno che improvvisa, non seguo copioni. Sono l'unico, assieme a Mentana, che quando conduce il tg lo fa, come si dice, a braccio.

Non leggo, ma, in base agli elementi informativi disponibili, racconto in maniera assolutamente improvvisata. Non credo di essere in grado di imparare delle battute per poi ripeterle.

Per cui non ho mai fatto niente di attoriale e, salvo sorprese, non credo di farlo in futuro".

La vedremo mai presentare Sanremo?

"È l'unica cosa che mi manca. Tecnicamente sarei in grado.

Con tutto il rispetto per alcune situazioni del passato abbastanza imbarazzanti, penso di essere più bravo di alcuni che hanno rimediato delle figuracce memorabili.

Certamente non appartiene al mio bagaglio.

Preferisco condurre altro.

Posso anche finire la mia carriera senza aver mai condotto Sanremo. Nei primi 42 anni non è mai capitato. Non l'ho mai chiesto e non me l'hanno chiesto. Non credo che capiterà anche se tutto è possibile. Ricordo che in un Sanremo fu invitato Renato Dulbecco, premio Nobel, che io conoscevo e con il quale con cui ho scritto un libro nel 2000, per cui mai dire mai".

Tra le sue tante trasmissioni come divulgatore ha mai parlato dei nuraghi?

"Certamente sì, in un'edizione de 'La Macchina del Tempo'.

Vorrei tornare a farlo però dovrebbero cambiare uno o due direttori sia di Mediaset che della Rai.

Spesso mi chiedono perché non si fanno più programmi di questo tipo.

Purtroppo c'è una generazione di direttori che hanno il terrore dei contenuti di valore, che cercano di salvare il loro posto di lavoro portando a casa risultati accettabili con il minimo sforzo e con spese molto ridotte.

Spero che ci sia un ricambio e che la generazione successiva, quella che ha visto in tv 'La macchina del Tempo', voglia riproporla.

In quel caso torneremo certamente sui nuraghi.

Anzi si potrebbero realizzare delle vere e proprie dirette da questi luoghi unici e meravigliosi perché nel frattempo le tecnologie sono migliorate e quindi si potrebbero trasmettere immagini live direttamente dal cuore dei nuraghi più antichi e suggestivi".

E perché secondo lei i nuraghi non sono così conosciuti nel mondo come meriterebbero?

"Perché qualcosa non ha funzionato nei meccanismi della Regione Sardegna per quanto riguarda la diffusione della sua immagine e dei suoi contenuti migliori. La Costa Smeralda è stata un luogo di grande élite.

Poi, dopo una breve fase di decadenza, ha rilanciato il suo lato migliore.

Pensiamo a cosa ha potuto fare la Puglia, tramite la Film Commission Regionale, che è diventata un polo di attrazione mondiale grazie a 10 anni di film di grande qualità.

Così pure Napoli e anche Torino.

Attivando tutti i grandi canali di comunicazione e investendo le risorse in modo produttivo, si potranno avere risultati importanti e sono certo che dai vari Continenti correranno a visitare e ad ammirare, non solo la Costa Smeralda, le spiagge ed il bellissimo mare, ma anche i musei minerari, la zona dell'interno con i nuraghi e tutte le altre straordinarie meraviglie che questa terra stupenda conserva e custodisce da millenni".

L.P.
© Riproduzione riservata