11 settembre 2014 alle 18:37aggiornato il 11 settembre 2014 alle 18:37
A 94 anni torna a MauthausenLa storia di Modesto Melis
All'età di 94 anni tornerà nel campo di concentramento dove durante la Seconda Guerra mondiale stava per morire.Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Il grande giorno è arrivato: 69 anni dopo la liberazione, Modesto Melis, classe 1920, nato a Gairo ma da anni residente a Carbonia, farà vedere, domani, a suo figlio Bruno il lager di Mauthausen. Chi ha letto "Se questo è un uomo" di Primo Levi può farsi un'idea di quello che può aver patito un prigioniero dei nazisti: fame, umiliazioni, malattie. E la paura, costante, di essere tra quelli che, da un giorno all'altro, sparivano nel nulla. Il lager di Melis si chiamava Gusen ed era a circa quattro chilometri dal corpo centrale di Mauthausen. "Il ricordo dell'ultimo giorno al campo è dolce come un biscotto", anzi come i biscotti che gli uomini delle jeep, gli americani, porsero a Modesto e ai suoi compagni di sventura che a stento, magri, ricoperti solo dai loro pigiami, camminavano ma credevano che fosse davvero finita. Era il 5 maggio 1945: Melis era entrato lì nell'agosto 1944. Internato come prigioniero politico, identificato con il triangolo rosso e marchiato con il numero di matricola 82.241. Una storia che è diventata anche un libro, "L'animo degli offesi", editore Giampaolo Cirronis. Domani si aggiunge un nuovo capitolo, quello del ritorno: non da prigioniero ma da sopravvissuto, e da vincitore.
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