"Sa giustitzia" ricorrente tra i "frastimus": le maledizioni della lingua sarda

01 marzo 2023 alle 16:36

I “frastimus”, italianizzati come “frastimi”, sono delle maledizioni, imprecazioni che erano, un tempo, utilizzatissime in lingua sarda. La traduzione letterale di “frastimus” sarebbe “maledizione”. In realtà non si trattava di vere e proprio maledizioni ma più di intercalari.

Tra i “frastimus” più ricorrenti in lingua sarda riscontiamo sicuramente quelli inerenti a “sa giustitzia” la cosiddetta “giustizia” quasi ad indicare i rapporti non troppo buoni tra i sardi del passato e la giustizia. Questo perché un tempo la giustizia era sinonimo di soppressione e tirannia.

Uno dei più utilizzati è senza dubbio “Ancu ti currat sa giustitzia" (che la giustizia ti perseguiti) ma anche:

  • "Ancu ti pighit sa giustitzia” (che la giustizia ti acchiappi).
  • "Ancu ti sparit sa giustitzia” (che la giustizia ti spari).
  • "’stitzia t’abruxit” (che la giustizia ti dia fuoco).


Un’altra parola ricorrente nei “frastimus” in lingua sarda è “unfrau” (gonfio) e risuona subito nella mente “unfrau siasta” che significa “che tu sia gonfio/ che tu venga gonfiato”. Un’imprecazione che assume un’accezione molto più pesante se si dice “chi t’agatint unfrau, allupau et scuartarau” (che ti trovino gonfiato, annegato/ soffocato e squartato).

Una variazione emerge se si utilizza il termine “abruxiau” (bruciato): “Abruxiau siasta” (che tu venga bruciato).

Poi abbiamo anche “frastimi” come “Ancu no ti torrint a biri mancu pintau” (che non ti rivedano neanche dipinto).

Alcune di queste maledizioni utilizzano un linguaggio terribile, vengono utilizzate parole orribili come “spistiddau, mortu et scroxiau” (spiaccicato, morto e scorticato).