Il bottone sardo, a metà tra storia e superstizione

30 novembre 2022 alle 18:21

Il bottone sardo è un gioiello prezioso, un monile il cui significato intrinseco si posiziona a metà tra storia e superstizione. Si configura come un potente talismano per la fertilità noto nell’Isola e oltre come simbolo dell’oreficeria isolana.

Secondo una leggenda, la filigrana di cui si compone, sarebbe tessuta dalle Janas, fate sarde, al chiaro di luna con i loro arcolai incantati. La forma richiama quella del seno materno, rotonda con una piccola protuberanza al centro. Una sinuosità che cela, nelle sue forme, un potente richiamo al culto fenicio della dea Tanit.

Per i cartaginesi era emblema di fertilità, d’amore e del piacere. Allo stesso tempo veniva associata alla buona fortuna, alla luna e al raccolto. Nella mitologia fenicia invece rappresentava la dea madre. Il bottone simboleggiava dunque l’abbondanza e la fecondità, allontana le invidie, le malignità e le energie negative.

Un tempo in base alle sue dimensioni e al materiale scelto per la sua creazione definiva lo status della persona che lo indossava. Fa parte oggi del corredo di gioielli, degli abiti tradizionali sardi e lo si può indossare come semplice ciondolo tutti i giorni.

Il bottone dunque sarebbe un talismano per chiedere una vita felice, un buon auspicio per una vita produttiva e in salute. 

(Unioneonline/v.f.)