Emergenza a Gaza, l’appello di Save the Children: «I bambini muoiono di fame e sete»
Il mancato accesso del carburante a Gaza potrebbe causare nel giro di pochi giorni l’interruzione di forniture di acqua potabile a circa 44.000 bambini, aumentando il rischio di malattie trasmesse dall'acqua come colera, diarrea e dissenteria.
Lo afferma Save the Children, l’organizzazione internazionale che da oltre 100 anni lotta per salvare le bambine e i bambini a rischio e garantire loro un futuro, che fa affidamento sul carburante per trasportare quotidianamente acqua pulita e sicura a oltre 50 comunità nella Striscia di Gaza, inclusi circa 44.072 bambini. Tuttavia, le forniture di carburante sono state completamente bloccate da quando le autorità israeliane hanno imposto un assedio totale il 2 marzo, mettendo a rischio l'intera risposta umanitaria.
L'accesso all'acqua potabile è un diritto umano fondamentale, non solo per bere, ma anche per prevenire le malattie che dilagano nella Striscia, dove quasi tutti vivono in rifugi e tende affollati, dopo essere stati sfollati più volte. Secondo le Nazioni Unite, la diarrea acuta – una delle principali cause di morte infantile al mondo – colpisce il 39% delle persone che cercano assistenza medica, e la malnutrizione è diffusa.
«Non possiamo voltarci dall’altra parte». L’appello alla comunità internazionale è di Gianluca Ranzato, Humanitarian Strategist di Save the Children, ospite di Simona De Francisci a La Strambata su Radiolina.