Ancora quattro giorni di tempo, fino a domenica: dopo di che, se verranno riscontrate nuova carenze in materia di sicurezza, scatterà il lockdown per tutte le palestre e piscine. A Cagliari, l'ultimatum del premier Conte manda su tutte le furie i gestori dei centri sportivi che, sin dalla ripartenza di maggio, hanno investito energie e risorse per adeguarsi ai protocolli anti-Covid e adesso temono di veder vanificati i propri sforzi. "Abbiamo sempre seguito le regole, chiuderci adesso sarebbe una punizione ingiusta", dice Fabio Ferrari, Ferrari Gym. "Un'altra chiusura non ce la possiamo permettere, nessuno sarebbe in grado di sostenerla", aggiunge Fabio Cossu, palestra Syncrony. "Ci sono nuovi protocolli? Siamo pronti ad applicare anche quelli".

Ecco cosa prevede al momento il protocollo per chi va in palestra: distanziamento di un metro e utilizzo della mascherina negli ambienti comuni e negli spogliatoi e di due metri mentre si sta facendo attività, utilizzo dei dispenser con gel per le mani, igienizzazione degli attrezzi prima e dopo l'utilizzo, adeguati sistemi di aereazione, divieto di promiscuità nell'utilizzo degli armadietti, eventuale misurazione della temperatura corporea o autocertificazione. "Si tratta di misure che seguiamo in modo pedissequo dal giorno della riapertura dopo il lockdown", spiega Marco Isola, presidente della Rari Nantes e della Tribune (Amsicora). "Se ci sono nuovi protocolli da seguire, ce li comunichino e ci adeguiamo. Ma sostenere che non rispettiamo le regole e giustificare in questo modo l'ipotesi di un nuovo lockdown per palestre e piscine è assurdo", conclude.

Nel video gli istruttori Luca Frau e Alessandra Piredda.
© Riproduzione riservata