Era il segno di una ripresa, un modo per restare a galla dopo un lungo periodo di chiusure anticipate e orari ridotti. Ora i ristoratori e baristi ritornano sul piede di guerra, dopo tre settimane di zona bianca il passaggio alla zona arancione significa affrontare una situazione difficile da reggere.

Il duro colpo si sente anche nella città di Porto Torres, dove nel corso Vittorio Emanuele, nel centro cittadino, parte la protesta dei ristoratori e dei titolari di attività al centro della movida. Per uno dei locali storici della città, il bar pasticceria "Il Cristallo", ritornare nella zona arancione significa una riduzione notevole del personale e una organizzazione del lavoro che comporta pesanti ripercussioni. "La retrocessione significa ridurre il personale operativo, in tutto 16 dipendenti che diventeranno 6, un danno economico importante che si riflette sugli investimenti fatti prima di Pasqua, con acquisto di merce che rischia di restare invenduta". A sostenerlo è uno dei titolari del locale, Antonio Schintu, 41 anni, dietro il banco del bar pasticceria dal '97, membro di una famiglia che gestisce l'attività dal 1964, tre generazioni di professionisti molto noti in città.

Poco più avanti nel ristorante pizzeria "Piazza Garibaldi", la situazione non cambia. Massimiliano Cilia, 49 anni e una lunga esperienza da pizzaiolo e gestore del locale di sua proprietà, non nasconde le conseguenze negative di questo passo indietro. "Siamo costretti a mandare tutti a casa, collocarli in cassa integrazione a seconda del ruolo di ciascuno di loro, con una nuova organizzazione del lavoro che penalizza il personale, 15 dipendenti, ma anche noi titolari, colti impreparati da questa decisione, dopo aver caricato di merce le celle frigo".
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