Gli investigatori delle Nazioni Unite hanno chiesto che la giustizia internazionale processi il capo dell'esercito birmano e cinque altri ufficiali per "genocidio", "crimini contro l'umanità" e "crimini di guerra" contro la minoranza musulmana dei Rohingyaa".

La Missione indipendente che aveva il compito di fare luce sull'offensiva dell'esercito birmano contro la minoranza musulmana nel 2017 ha stabilito non solo che sono state commesse violazioni del diritto internazionale negli stati di Rakhine, Kachin e Shan, ma anche che la leader birmana Aung San Suu Kyi "non ha usato la sua posizione di capo di fatto del governo, né la sua autorità morale, per contrastare o impedire lo svolgersi degli eventi nello stato di Rakhine".

(Unioneonline/F)
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