"Questa non è la fine del percorso che abbiamo intrapreso, quindi la felicità riguarda le persone, che noi non conosciamo, ma che ci sono e ci saranno, e che si trovano in quelle condizioni di sofferenza insopportabili, di malattia irreversibile e che da oggi non avranno almeno quella paura in più della minaccia per i propri cari e per i propri famigliari".

Così Marco Cappato, nel corso di una conferenza stampa a Roma, dopo la sentenza dei giudici della Corte Costituzionale con la quale si stabilisce che l'aiuto al suicidio non è punibile "a determinate condizioni".

(Unioneonline/l.f.)
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