"Repubblica Italiana. In nome del popolo italiano la Corte, visto l'art. 530 del codice di procedura penale, assolve Marco Cappato da reato a lui ascritto perchè il fatto non sussiste". Per i giudici della Corte d'Assise di Milano Marco Cappato non è colpevole di aiuto al suicidio per aver accompagnato Fabiano Antoniani, 40enne milanese noto come "Dj Fabo" rimasto completamente cieco e tetraplegico dopo un grave incidente d'auto, a morire in una clinica Svizzera con il suicidio assistito.

Un verdetto scontato e praticamente annunciato dopo la pronuncia della Corte Costituzionale che a settembre scorso sancì la non punibilità dell'aiuto al suicidio se esercitato in determinate condizioni. Ma per il procuratore aggiunto Tiziana Siciliano, oggi è comunque una giornata storica. Perchè la sentenza di assoluzione, sottolinea, "realizza pienamente il significato dell'art. 2 della Costituzione che mette l'uomo al centro della vita sociale e non più lo Stato. Adesso sarà compito del legislatore colmare questa lacuna".

Presente in aula alla lettura della sentenza anche Valeria Imbrogno, fidanzata di Fabiano rimasta accanto a lui fino all'ultimo istante: "Oggi mi avrebbe chiesto di festeggiare assolutamente perchè è una battaglia in cui lui credeva fin dall'inizio e forse per primo. E' una vittoria, una battaglia vinta per la libertà di tutti. Un concetto, la libertà, per cui Fabiano ha sempre combattuto e io accanto a lui".

Dello stesso avviso Filomena Gallo, segretaria dell'associazione Luca Coscioni e storico avvocato del movimento Radicale: "Questa decisione ridà libertà alle libertà. La strada per la libertà è lunga. Ci aspettiamo dal parlamento una legge, una legge che legalizzi tutte le scelte di fine vita, compresa l'eutanasia. Il nostro lavoro continuerà e anche l'impegno di Marco Cappato, Mina Welby e Gustavo Fraticelli continueranno fino a quando anche in Italia potremo essere liberi fino alla fine".

Cappato è anche sotto processo a Massa insieme a Mina Welby per l'aiuto al suicidio fornito a Davide Trentini, 53enne affetto da distrofia muscolare morto in Svizzera con il suicidio assitito. La sua battaglia legale sulla libertà di scelta dei malati terminali non finisce oggi.

(Unioneonline/L)
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