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Continuano i raid su Gaza, i parenti degli ostaggi: basta guerra
27 maggio 2025 alle 12:30
Tel Aviv, 27 mag. (askanews) - Mentre i bombardamenti israeliani sulla Striscia continuano giorno dopo giorno - uno dei più recenti ha colpito una scuola che accoglieva sfollati uccidendo decine di persone - si alzano sempre più voci che chiedono al governo di Netanyahu di fermarsi. Non lo chiede solo la comunità internazionale, ma anche una parte dei cittadini israeliani, con i parenti degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre in prima linea.Gil Dickmann partecipa all'ennesima manifestazione di protesta, davanti al ministero della Difesa a Tel Aviv. Sua cugina Carmela Gat è fra i rapiti morti nella Striscia."Quarantuno ostaggi sono stati presi vivi e uccisi in prigionia, vittime della pressione militare e dell'incuria politica. Oggi parliamo per loro. Sono stati rapiti vivi, in attesa di tornare a casa sani e salvi. Alcuni sono tornati in bare - dice - Altri rimangono abbandonati a Gaza. Le nostre famiglie sono la prova che la pressione militare uccide gli ostaggi".Nofar Buchshtab, è la sorella di Yagev Buchshtab, rapita il 7 ottobre e morta nella Striscia di Gaza. "C'è stata un'indagine sulla sua morte: l'esercito ha bombardato il complesso in cui era tenuto, insieme ad altri sei ostaggi. L'esercito ovviamente non sapeva che fossero lì, ma è proprio questo che temiamo: non si sa dove si trovano. I terroristi hanno sentito il bombardamento e hanno giustiziato tutti coloro che erano lì". "Riporteremo indietro tutti i nostri ostaggi. E faremo in modo che Gaza non sia più una minaccia per Israele", ha ribadito nonostante tutto Netanyahu, che dal 17 maggio ha intensificato l'offensiva con l'obiettivo dichiarato di liberare gli ultimi ostaggi, prendere il controllo di tutta Gaza e spazzare via Hamas. Tutto questo mentre continuano i difficili colloqui per un cessate il fuoco con la mediazione degli Stati Uniti. Ma al momento non ci sono progressi.