Assalto delle rinnovabili e danno irreversibile, l’ostacolo del PPR

18 aprile 2025 alle 14:58

L’assalto eolico e fotovoltaico è al centro dell’esposto presentato alle procure sarde dal comitato scientifico per l’insularità in costituzione.

Perché un esposto? Perché la Sardegna rischia un danno ambientale irreversibile. Purtroppo, in parte, già compiuto. L’obiettivo è individuare le responsabilità. Dalla mancata valutazione ambientale strategica dei progetti alla pianificazione preventiva. Non c’è stata.

Sono le falle principali dei provvedimenti del governo, a partire dal decreto Draghi fino all’imposizione dei 6,2 gigawatt di energia rinnovabile entro il 2030.

Una quota che è ‘’solo’’ minima, non è previsto un tetto.

Secondo il comitato si violano così trattati internazionali, norme costituzionali ed europee.

Come fermare la moltiplicazione delle proposte? E’ possibile uno sbarramento, o,  comunque, garantire un approccio corretto alla transizione energetica? E’ possibile, lo è sempre stato. Con lo strumento del piano paesaggistico regionale, che dalle coste doveva essere ampliato alle zone interne.

Questa soluzione è stata suggerita dal comitato alla politica regionale, alle commissioni consiliari. Ma è stata un’audizione a vuoto. Perché le cose sono andate diversamente.

Il tema è stato affrontato a Radar, su Videolina, da Giovanni Barrocu, ex professore di geologia applicata all’università di Cagliari, e Gianvalerio Sanna, ex assessore regionale all’urbanistica. Entrambi tra i sottoscrittori del ricorso.