25 Novembre, "quando la violenza invisibile deve essere provata nella verità processuale"

26 novembre 2025 alle 08:11

In occasione del convegno “Parola. Legalità. Difesa: voci libere, vite protette. Contro ogni forma di violenza, visibile e invisibile”, organizzato da Giulia Giornaliste in collaborazione con il comune di Oristano,  istituzioni, forze dell’ordine ed esperti di diritto si sono confrontati sulle misure che il legislatore e gli organismi pubblici stanno elaborando per tutelare chi subisce violenza. 

È emersa la necessità di una rete di intervento attenta, coordinata e capace di cogliere tutte le sfumature del fenomeno. Perché, come è stato sottolineato, tutto diventa più complesso quando la violenza è sottile, continua, agisce in sordina e logora lentamente chi ne è vittima.

Si tratta della violenza invisibile: difficile da riconoscere, difficile da provare nelle fasi investigative e in quelle processuali, quando la “verità processuale” non coincide sempre con la giustizia sostanziale. E allora? La vittima rischia di essere colpita due volte: la prima dalla violenza subita, la seconda dal mancato riconoscimento della propria sofferenza. Un fallimento che può spegnere la determinazione a reagire, a chiedere aiuto, a riprendere in mano la propria vita.

Il caso studio presentato dall’avvocata Daniela Loi ha acceso il dibattito, evidenziando quanto sia necessario continuare a riflettere e lavorare su questo fronte: "ci sono donne che per anni subiscono vessazioni, insulti, umiliazioni dal proprio partner: violenze costanti che troppo spesso vengono scambiate per normali contrasti di coppia. Poi arrivano la denuncia, la separazione, il tribunale. E lì questa violenza invisibile si scontra con il silenzio della prova. Così il rischio è negare giustizia a una donna due volte vittima."

Intervista all'avvocata Daniela Loi