Tel Aviv. Il fiume umano di dimostranti che anche ieri in Israele ha chiesto la fine della guerra nella Striscia non ha fermato il governo Netanyahu, deciso a proseguire l’offensiva di terra fino alla conquista di Gaza City. L’Idf intanto, che sta radendo al suolo i quartieri periferici della città, ha pubblicato un’inchiesta sul bombardamento dell’ospedale Nasser a Khan Younis, che ha scatenato lo sdegno internazionale, sostenendo di aver colpito perché convinto che la telecamera fosse «utilizzata da Hamas» e che nel blitz sono rimasti uccisi «sei terroristi».
La protesta
La giornata è stata scandita dalla protesta indetta in tutta Israele dal Forum delle famiglie degli ostaggi e dei dispersi ancora a Gaza, tornati nuovamente a chiedere la fine del conflitto, la tregua con Hamas e il ritorno a casa dei propri cari, vivi o morti che siano. Il clima è sempre più teso, segnato da nuovi blocchi sulle principali arterie, pneumatici dati alle fiamme per fermare il traffico, slogan contro il governo e in particolare dei ministri dell’ultradestra. A Gerusalemme, dove si è tenuto il gabinetto di sicurezza dell’esecutivo convocato da Benyamin Netanyahu, centinaia di manifestanti hanno marciato verso l’ufficio del premier. Non si sono registrati scontri, i dimostranti sono stati lasciati sfilare per la città, chiedendo a gran voce la liberazione degli ostaggi. Dopo tre ore l’atteso incontro del governo si è concluso «senza alcuna discussione sull’ultima proposta di tregua di Hamas», scrivono i media israeliani, e senza un voto formale su eventuali provvedimenti. L’esecutivo sarebbe fermo sull’intenzione di proseguire l’offensiva nella Striscia conquistando Gaza City. La riunione si sarebbe conclusa in anticipo perché i ministri erano attesi a una cena di gala del Binyamin Regional Council, l’ente di riferimento delle colonie e degli altri insediamenti in Cisgiordania. Arrivati all’evento, i ministri hanno trovato i manifestanti a contestarli: «Celebrate mentre gli ostaggi muoiono».
Il bilancio
I soldati dell’Idf hanno sequestrato un’ingente quantità di denaro in un ufficio di cambio in Cisgiordania e arrestato 5 persone sospettate di aver organizzato finanziamenti. I palestinesi hanno denunciato che i soldati si sono piazzati sui tetti aprendo il fuoco e lanciando lacrimogeni: 58 i feriti secondo la Mezzaluna Rossa, compreso un 13enne colpito da un proiettile all’addome che verserebbe in gravi condizioni. A Gaza si continua a morire: almeno 75 i palestinesi uccisi in 24 ore, tra loro 17 persone a caccia di cibo. Intanto, il Patriarca latino di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa e quello greco-ortodosso Teofilo III, titolari delle due chiese cristiane di Gaza, la parrocchia della Sacra Famiglia e quella di San Porfirio, entrambe già vittime di bombardamenti, hanno rilasciato una nota congiunta per annunciare che la Chiesa non lascerà la Striscia.
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