Il giallo.

Non tutto affiora nel capo d’imputazione 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

Emerge un piccolo giallo a margine dell’ultima udienza dedicata alle arringhe del processo Grillo. Stando agli atti i rapporti sessuali (secondo il pm consumati senza il consenso della vittima) non sarebbero solo quelli indicati nel capo di imputazione, ma ci sarebbero altri episodi che non sono stati descritti e indicati nelle contestazioni (ammesso che si tratti di violenza sessuale). In particolare, Edoardo Capitta, durante l’interrogatorio reso al pm, parla di una circostanza che non risulta essere mai stata chiarita. Ciro Grillo e i suoi amici sono accusati della violenza sessuale di gruppo, che sarebbe stato preceduta da una stupro contestato al solo Francesco Corsiglia. Ma Capitta (il ragazzo quando viene interrogato non conosce ancora le accuse che le vengono mosse e parla liberamente) ha raccontato che dopo il sesso di gruppo (che lui considera un rapporto consenziente) ci sarebbe stato un altro episodio che vede protagonisti lui, la presunta vittima dello stupro e Ciro Grillo. Capitta dice che la ragazza avrebbe avuto un rapporto sessuale con lui e poi sarebbe stata con Grillo. Questa seconda circostanza è più sfumata nel racconto di Capitta, il ragazzo parlerebbe della stanza dove poi la studentessa violentata si sveglia sconvolta. La studentessa presunta vittima dei fatti avvenuti nella villetta dei Grillo avrebbe detto di non ricordare le circostanze descritte da Capitta. La domanda è: perché non sono state indicate nel capo d’imputazione? Di fatto, stando al ragionamento del pm, si tratta di condotte in continuità con quelle contestate.

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

Accedi agli articoli premium

Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?
Sottoscrivi
Sottoscrivi

COMMENTI