Vaticano

Leone: Chiesa da riformare ma con giudizio 

Il Papa fissa per il 7 e 8 gennaio il suo primo concistoro, ci sarà anche Becciu 

Per restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp

CITTÀ DEL VATICANO. Nelle riforme della Chiesa «non siamo frettolosi e superficiali: scaviamo a fondo, liberi dai criteri del mondo, che troppo spesso pretende risultati immediati, perché non conosce la sapienza dell’attesa». È la linea per il suo pontificato e Leone XIV la detta celebrando una speciale messa a san Giovanni in Laterano: parole che danno la chiave di lettura per il prossimo grande appuntamento, trapelato ieri.

I 245 porporati

Al compimento dei primi sei mesi di pontificato - quando si intravede la conclusione del Giubileo, fissata per il 6 gennaio con la cerimonia di chiusura della Porta Santa - Leone convoca per il 7 e l’8 gennaio una riunione straordinaria di tutti i cardinali. Di fatto il suo primo concistoro: quello presieduto il 13 giugno era poco più di una formalità per calendarizzare le canonizzazioni di Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis, da riprogrammare dopo la morte di Francesco. Ancora non si conoscono nel dettaglio i temi che Prevost vorrà affrontare con i 245 cardinali convocati, compreso l’ex prefetto del dicastero dei Santi, il pattadese Angelo Becciu, che ha fatto un passo indietro dal conclave per sottoporsi al processo di secondo grado.

«Slancio»

Certamente Leone intende fare il punto sulle sfide della Chiesa in una assise che appare parallela a quella sinodale, quasi un doppio binario di collegialità e corresponsabilità nella guida della Chiesa. Se Prevost intende portare avanti le riforme di Francesco, in primis quella appunto della chiesa sinodale come detto anche ieri («comporta un cammino in salita, ma non bisogna scoraggiarsi»), dall’altro mette in guardia da «fretta e superficialità» invitando ad accettare che nel «cantiere» della comunità ecclesiale vi siano anche «soste, crisi e correzioni» senza però perdere «lo slancio» del rinnovamento. Il concistoro sarà dunque un primo momento di confronto tra i cardinali che lo hanno eletto, all’insegna dell’unità. Dettaglio non minore: il Papa, che ha consentito la ripresa della messa in latino a San Pietro, ieri ha ammonito ad osservare una liturgia «sobria» e attenta alle diverse «sensibilità», nel segno di una «sapiente inculturazione».

RIPRODUZIONE RISERVATA

Questo contenuto è riservato agli utenti abbonati

Per continuare a leggere abbonati o effettua l'accesso se sei già abbonato.

Accedi agli articoli premium

Sfoglia il quotidiano da tutti i dispositivi

Sei già abbonato?
Sottoscrivi
Sottoscrivi

COMMENTI