Buddusò.

Il cellulare di Pusceddu al Ris di Roma 

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Elementi per far luce sull’autore dell’omicidio di Marco Pusceddu, il 51enne ucciso con 4 colpi d’arma da fuoco il 7 agosto scorso a Buddusò, potrebbero arrivare dall’esame del telefonino del soccorritore del 118, ora spedito nei laboratori informatici del Ris di Roma perché nell’Isola non è stato possibile superare codici e protezioni che la vittima aveva applicato per proteggere messaggi e conversazioni. L’indiscrezione è filtrata nell’ambito delle indagini condotte dai carabinieri di Otzieri, coordinate dalla sostituta procuratrice di Sassari, Elisa Succu. Nel frattempo, qualche giorno fa, è stata restituita alla famiglia l’automobile del 51enne, setacciata da cima a fondo dagli investigatori.

Di certo c’è che i militari sembrano aver ormai preso una strada precisa per dare un uomo al killer, entrato in azione a volto scoperto. Il cerchio si starebbe chiudendo soprattutto sulla vita privata della vittima, scandagliata dai carabinieri per cercare di comprendere le ragioni di così tanto odio. Proprio in questa direzione gli investigatori avrebbero anche ricostruito nei dettagli alcune vicende risalenti al passato: dalla denuncia per maltrattamenti dalla ex compagna di Iglesias, alla misteriosa aggressione avvenuta tre mesi prima dell’omicidio, quando Pusceddu venne colpito con un cric tra Carbonia e Portoscuso. Sull’inchiesta per il momento altro non trapela, con la Procura di Sassari che sollecita il massimo riserbo investigativo, convinta di aver preso la pista giusta. (fr.pi.)

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