Lo scontro

I circoli dei sardi a Todde: «Diritto di voto a rischio per i giovani e le donne» 

Lettera aperta alla governatrice alla vigilia dell’ottavo congresso 

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Alla vigilia del congresso «preoccupanti e inaspettate proposte di modifica dello Statuto andrebbero a minare in modo gravissimo la partecipazione dei giovani e dalle donne alla vita democratica della Federazione». Si apre così il documento che vale la più dura delle tensioni dentro la Fasi, la casa comune dei nostri emigrati in Italia. La denuncia pubblica è finita online su “By(e) Sardegna”, il portale di «chi è partito» e di «chi è rimasto», ma è stata inviata anche alla presidente Alessandra Todde, alla Giunta e al Consiglio. «Vista la gravità della situazione».

La missiva

Lo scontro interno è raccontato dettagliatamente in due pagine, con l’obiettivo di difendere il diritto di voto: alla Fasi rischiano di perderlo le donne e i giovani, che sempre di più rappresentano l’ossatura dell’emigrazione. Per dirla con la legge dei numeri, in ciascuno dei sessantotto circoli in cui è articolata la Federazione, una donna e un giovane rappresentano due dei quattro elettori chiamati a scegliere il presidente al congresso. E l’ottavo si sta per aprire ad Alghero, tra una manciata di giorni, il 16 ottobre (sino al 19).

Il segnale

La ribellione contro lo scippo del voto si trova sullo stesso sito online. Da Milano a Firenze, da Vicenza a Saronno, da Roma a Biella, sono già una trentina i circoli e le associazioni che «hanno espresso contrarietà alla proposta di modifica dello Statuto». Lo scorso 3 ottobre, «senza preavviso», la revisione l’ha sollecitata il presidente uscente e ricandidato, Bastianino Mossa, che punta a cambiare pure «il Regolamento di attuazione e quello congressuale. Di fatto riducendo «la partecipazione di giovani e donne nel massimo consesso della Fasi» a una funzione «puramente scenica»: sarebbero tutti «figuranti, senza poter prendere parte ai processi decisionali, dei quali diventerebbero semplici spettatori passivi».

Gli effetti

Oggi gli equilibri sono ben altri: al congresso ogni circolo dispone di quattro voti, contando oltre la donna e il giovane anche il delegato votato dall’assemblea e il presidente. Con le modifiche allo Statuto e ai regolamenti solo quest’ultimo manterrebbe il diritto di esprimere la preferenza. Nella lista degli esclusi finirebbero pure i delegati, con un ulteriore risvolto: «Perderebbero anche loro la possibilità di presentare la propria candidatura e verrebbero confinati nei rispettivi coordinamenti». Per dare un’idea dello stravolgimento, da oltre 270 partecipanti al voto si scenderebbe a una settantina.

Le riflessioni

«Parità di genere e partecipazione giovanile sono pilastri di ogni società democratica che abbia una visione del presente e del futuro. Donne e ragazzi hanno contribuito alla nascita della Federazione e fanno parte integrante e fondamentale della sua storia. È grandissima l’amarezza nel rilevare che una simile proposta nasca proprio nel mondo dell’emigrazione sarda, fatta soprattutto di giovani e di donne». Attualmente le rispettive coordinatrici sono Sara Nicole Cancedda e Rita Danila Murgia, le cui firme si trovano in calce alla lettera-denuncia. «Potremmo – è il messaggio finale – fare tante considerazioni sulle proposte di modifica a cui si opponiamo con fermezza. Ma qui vogliamo limitarci al dato centrale: difendere la vita democratica della Fasi, la nostra Federazione». Alla Todde, alla Giunta e ai consiglieri è chiesto di fare la propria parte con «una presa di posizione» per difendere «quei 13mila sardi che solo tra 2021 e 2023 hanno lasciato tutto, casa e famiglia, per studiare o cercare lavoro».

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