Fernanda Velluzzi, Aou Cagliari

«Festeggiare è giusto, esagerare meno» 

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Quali errori si fanno, dal punto di vista alimentare, durante le feste? «Innanzitutto va detto che festeggiare è giustissimo, significa che ci sono relazioni sociali e ricorrenze religiose, però si dovrebbero considerare i giorni canonici, 24 e 25 dicembre, Capodanno e l’Epifania, non estendere il periodo festivo a due settimane se non di più, usando ogni occasione buona per eccedere oltre l’ordinario con cibi calorici, portate più abbondanti, dolci, grassi, alcolici», sottolinea Fernanda Velluzzi, direttrice della struttura semplice di Gestione dell’Obesità all’ospedale San Giovanni di Dio dell’AOU di Cagliari: «E bisogna considerare che oltre al periodo strettamente natalizio, i saluti con amici è colleghi hanno preso il via già da metà dicembre. Un altro errore che si commette è avere dispense stracariche e dover consumare tutto per forza per non sprecarlo. Inoltre non si dovrebbe ridurre l’attività fisica, mentre si tende a fare vita più sedentaria».

È utile dunque alternare alternare giornate più leggere per bilanciare i pasti principali? «Sicuramente», continua la specialista, «io credo che se noi imparassimo ad ascoltare il nostro corpo non saremmo portati a eccedere per periodi di tempo così lunghi. Noi non siamo persone che spendono tanta energia fisica da doverne introdurre altrettanta. Se avessimo consapevolezza che l’alimentazione va gestita saremmo noi a saperci regolare».

«Guardando anche alle altre regioni», prosegue Velluzzi, «i menu delle feste tendono ad assomigliarsi tutti, come impegno calorico: sono più conditi, più ricchi di grassi e si consuma più carne; da noi ci sono agnello e culurgiones, in altri posti i tortellini. Tutte le regioni vogliono presentare il meglio delle loro cucine, io sono favorevole al rispetto delle tradizioni ma a volte si eccede. In ogni caso meglio il pesce la sera e la carne a pranzo. La moderazione vince su tutto: un conto è assaggiare una portata, un altro è mangiare a oltranza. Comunque usare elementi tradizionali è indice di freschezza perché non arrivano dalla grande distribuzione. Non abbiamo niente che ci manchi per un ottimo pranzo a base di carne e pesce, frutta, verdura come i carciofi e dolci. Il menu sardo è del tutto promosso».

«È importante», conclude la dottoressa, «bilanciare un pranzo abbondante con pasti meno corposi, ricchi di sostanze antiossidanti del mondo vegetale, privi di dolci, grassi saturi e cibo ultra-processato (alimenti che vengono più dall’industria che dalla natura)».

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