Il caso

Corte dei Conti, i dubbi sul Ponte 

Costi e procedure, lettera a Palazzo Chigi. Il Mit: l’opera non è in discussione 

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La Corte dei Conti ha dei dubbi sulla delibera del Cipess che ha dato via libera al progetto del ponte sullo Stretto. Nelle sei pagine inviate alla presidenza la giudice Valeria Fran chiede chiarimenti ed esprime molte «perplessità». Ma il ministero delle Infrastrutture guidato da Matteo Salvini sdrammatizza: è una «fisiologica interlocuzione» e «presto daremo tutte le integrazioni richieste», ma «il Ponte sullo Stretto non è in discussione». E Pietro Ciucci, ad della Stretto di Messina: «L’Ufficio di Controllo della Corte non ha espresso alcuna bocciatura, giudizio di inadeguatezza né richieste di integrazione del progetto definitivo. Stretto di Messina è pronta a fornire tutti gli elementi utili per consentire alla Corte di completare l’istruttoria». Ma per il capogruppo Pd e il vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, Anthony Barbagallo e Andrea Casu, si tratta di una «sonora bocciatura che mette in discussione l’impianto stesso del progetto: presenteremo interrogazioni, il Paese deve sapere».

I «motivi imperativi»

Innanzitutto alla magistratura contabile non sembra «compiutamente assolto l’onere di motivazione»: secondo la Corte la delibera del Cipess «si appalesa più come una ricognizione delle attività intestate ai diversi attori istituzionali del procedimento che come una ponderazione delle risultanze di dette attività, sotto il profilo sia fattuale sia giuridico». Non convince la Corte neanche la procedura per trasmetterle gli atti e servono chiarimenti sulla delibera del Consiglio dei ministri del 9 aprile 2025 che attribuisce al Ponte «motivi imperativi di interesse pubblico», dichiara «l’assenza di idonee alternative progettuali» e «la sussistenza di motivi imperativi di interesse pubblico legati alla “salute dell’uomo e sicurezza pubblica o relative conseguenze positive di primaria importanza per l’ambiente”». Ci sono anche dubbi che nascono dall’attualità, in particolare dalle perplessità di Bruxelles: «Alla luce di recenti notizie di stampa si chiedono aggiornamenti in merito all’interlocuzione che sembra avviata, sul punto, con la Commissione europea».

Risposta rapida

Naturalmente, essendo una valutazione della Corte dei Conti, c’è spazio anche per le perplessità sui costi dell’opera. In particolare sul «disallineamento tra l’importo asseverato dalla società Kpmg in data 25 luglio 2025 - quantificato in euro 10.481.500.000 - e quello di euro 10.508.820.773 attestato nel quadro economico approvato il 6 agosto 2025. Si chiedono chiarimenti». E infine: «Quanto alle stime di traffico - al piano tariffario di cui allo studio redatto dalla TPlan Consulting - poste a fondamento del Pef si chiedono chiarimenti in ordine alle valutazioni svolte da codesto Comitato in merito alle modalità di scelta della predetta società di consulenza e agli esiti di detto studio anche in relazione agli approfondimenti istruttori». Il governo ha 20 giorni per rispondere.

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