la polemica

Aree militari, maggioranza in allarme 

«Via le competenze regionali»: Giunta e M5S contro una proposta di legge nazionale 

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Giaceva placidamente in commissione alla Camera, come un ordigno bellico dimenticato, ma poi è entrata nell’ordine del giorno dei lavori e qualcuno l’ha scoperta e tirata fuori, facendo “brillare” la polemica: è una proposta di legge firmata da Fratelli d’Italia, che mira a escludere ogni competenza delle regioni sulle aree militari. Per la deputata Paola Chiesa, prima firmataria, riaffermare la potestà dello Stato è necessario per evitare «ingerenze di provvedimenti regionali» in fatto di sicurezza e difesa nazionale. Ma in una terra come la Sardegna, che sulle aree militari sopporta un pesante record, l’ipotesi ha fatto infuriare la maggioranza, a partire dal Movimento 5Stelle e dalla stessa Alessandra Todde.

Un nuovo fronte aperto con Roma proprio alla vigilia della doppia missione della Giunta nella capitale, dove oggi alle 10 Todde (col suo vice Giuseppe Meloni) incontrerà il ministro dell’Economia Giorgetti, per discutere delle entrate che la Regione reclama dallo Stato; e poi alle 15.30, con l’assessore all’Agricoltura Gianfranco Satta, si confronterà col ministro Lollobrigida sugli effetti dei dazi per le produzioni agroalimentari sarde. Difficile prevedere se la polemica sulle aree militari, che non è rivolta a un atto del governo, possa incidere su questi due tavoli di trattativa: di certo non crea un clima favorevole con FdI, come dimostra la replica dura del coordinatore regionale Francesco Mura.

L’attacco

Il caso è nato dall’articolo di Repubblica sulla proposta di legge firmata da Chiesa: presentata nel maggio 2024, ma l’esame nella commissione Difesa di Montecitorio è iniziato due giorni fa. Il testo, spiega la relazione della deputata, intende specificare che «tutto ciò che riguarda le Forze armate e la difesa nazionale è di esclusiva competenza dello Stato». Precisazione necessaria «alla luce della riforma dell’autonomia delle regioni: occorre evitare che l’attuazione dell’autonomia differenziata regionale possa intralciare la gestione della difesa e della sicurezza nazionale, che deve restare una materia di competenza esclusiva dello Stato centrale». In particolare, «occorre evitare che leggi regionali in materia ambientale possano automaticamente applicarsi alle aree militari»: perciò si stabilisce che «le disposizioni regionali in materia ambientale non possono produrre effetti sulle aree militari senza il previo consenso dello Stato maggiore della difesa».

Fulminea la reazione dei parlamentari del M5S: «Decisione gravissima», hanno detto Ettore Licheri, Susanna Cherchi, Sabrina Licheri e Mario Perantoni, «il governo si prepara a depredare nuovamente un territorio che già ha patito gli effetti di esercitazioni e addestramenti di difesa». Sulla stessa linea si sono espressi, in rapida successione, i consiglieri e assessori regionali pentastellati Gianluca Mandas, Alessandro Solinas e Desirè Manca, ipotizzando tra le altre cose che una legge di quel tipo toglierebbe alla Sardegna anche la possibilità di opporsi alla collocazione nel territorio isolano di un deposito delle scorie nucleari.

L’assessore all’Urbanistica Francesco Spanedda ha avvertito che quella norma sarebbe in contrasto con lo Statuto speciale e con le tutele paesaggistiche della Regione. Fino alla scomunica pronunciata da Alessandra Todde: «Qualsiasi iniziativa legislativa che punti a depotenziare le competenze regionali non può essere accettata», ha scritto la presidente, «la proposta oggi in discussione rappresenta un tentativo di aggirare i nostri strumenti di pianificazione e di ridurre la capacità della Regione di esercitare le proprie prerogative costituzionali».

La replica

Dal centrodestra sardo ieri è arrivata solo la replica del deputato Francesco Mura, leader regionale di Fratelli d’Italia: «Non esiste alcuna questione militare, la domanda spontanea è: cosa vuole nascondere stavolta la Giunta? Ogni volta che deve coprire qualche sua inadempienza si inventa una questione col Governo, minando costantemente il rapporto istituzionale. La presidente Todde oggi si risveglia a difesa delle autonomie regionali, dopo essersi schierata come capofila della protesta contro la più grande operazione di decentramento dei poteri che l’Italia abbia visto negli ultimi trent’anni, la riforma dell’autonomia differenziata. La coerenza non è certo la caratteristica di questa Giunta».

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