Esattamente 57 anni fa, con gli Stati Uniti ancora sotto choc per l'assassinio del presidente John Fitzgerald Kennedy, un nuovo, clamoroso colpo di scena faceva il giro del mondo.

Lee Harvey Oswald, l'uomo arrestato con l'accusa di essere il cecchino responsabile dell'uccisione di JFK a Dallas, avvenuta solo due giorni prima, veniva a sua volta ammazzato a colpi di pistola, mentre era sotto custodia della polizia.

Dopo l'arresto, il 24 novembre 1963, Oswald, ex militare dell'esercito statunitense dal passato controverso, era scortato dagli agenti nei sotterranei della centrale di polizia di Dallas, quando, tra la folla di cronisti e fotografi che lo stavano seguendo, si fece strada tal Jack Ruby, che gli sparò da distanza ravvicinata, senza lasciargli scampo, al grido: "Hai ucciso il presidente, topo di fogna!".

Oswald si portò così nella tomba verità e segreti sull'attentato a JFK, i cui contorni non sono mai stati chiariti del tutto, mentre Ruby, che agì - si disse - sconvolto per la morte del presidente e per le conseguenze della sua scomparsa sulla comunità ebraica cui apparteneva, venne arrestato.

Dopo il primo processo arrivò la condanna a morte, poi commutata in ergastolo.

Ruby morì quattro anni dopo, a causa di un tumore ai polmoni.

(Unioneonline/l.f.)

Novembre 2020

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