Sessant'anni fa Muhammad Ali, nato Cassius Marcellus Clay Jr., vince il suo primo incontro da professionista sconfiggendo ai punti Tunney Hunsaker, pochi mesi prima aveva vinto l'oro alle Olimpiadi di Roma.

Ha appena 18 anni, e questo è solo l'inizio di una straordinaria carriera per uno dei pugili più grandi di tutti i tempi.

Nel 1964 conquista il titolo mondiale dei pesi massimi sconfiggendo - inaspettatamente - il campione in carica, Sonny Liston. Un match passato alla storia: Clay mette in difficoltà con la sua agilità e velocità di colpi il più quotato rivale, che ricorre anche all'utilizzo di una sostanza urticante sui guantoni per accecarlo. Cassius Clay soffre questa mossa scorretta, ma si riprende e sconfigge Liston per abbandono a inizio settima ripresa, stupendo il mondo intero.

Il giorno dopo si converte alla fede islamica, aderisce alla Nation of Islam, di cui condivide l'idea secondo cui gli afroamericani devono essere fieri della loro identità e devono prendere in mano il proprio destino senza attendere il riconoscimento dei diritti civili, e cambia nome diventando Muhammad Ali, che significa "Amato da dio".

Si ritira dall'attività agonistica nel 1981 e muore il 3 giugno 2016 dopo una lunga battaglia contro il morbo di Parkinson.

Una leggenda dello sport.

(Unioneonline/L)

Ottobre 2020

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