L'11 maggio 1920 è una giornata indimenticabile per Iglesias e per tutto il mondo operaio.

Sette minatori muoiono durante gli scontri con le guardie regie, in tremila protestavano per avere condizioni di vita e lavoro migliori.

La lotta inizia già nei giorni precedenti quella tragica giornata di 98 anni fa. Sabato 8 maggio 1920 gli operai delle miniere di Campo Pisano, Monteponi e San Giovanni si riuniscono davanti al palazzo della Sottoprefettura di Iglesias rivendicando, come riportato da L'Unione Sarda dell'epoca, "la revoca del tesseramento dei generi alimentari o, perlomeno, l'aumento del razionamento del pane, essendo insufficiente quello assegnato".

Una protesta alla quale la direzione mineraria risponde annunciando un taglio di 1 lira e 40 centesimi dallo stipendio dei lavoratori che partecipano alla manifestazione.

Dopo una trattativa fallita per chiedere all'azienda di ritirare il provvedimento, l'11 maggio i minatori decidono di scioperare e, in 3mila, si dirigono in piazza Municipio. La tensione è alle stelle, ci sono i primi tafferugli e non basta il tentativo di mediazione dell'allora sindaco Angelo Corsi: i carabinieri del re aprono il fuoco, per cinque lavoratori la morte è immediata, gli altri due muoiono poco dopo.

Unioneonline/s.a.)

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