Il 15 settembre 2008 la banca d'affari statunitense Lehman Brothers avvia la pratica fallimentare: si tratta della più grande bancarotta mondiale della storia. Lehman supera il crac di WorldCom, il gruppo telefonico finito in amministrazione controllata nel 2002. La banca ha un debito pari a circa 613 miliardi di dollari.

Il fallimento non è la causa principale della crisi economica mondiale, ma il momento in cui diventa chiaro che, molto presto, la crisi avrebbe raggiunto proporzioni globali.

MA COSA È LEHMAN BROTHERS - La società viene fondata nel 1850 da Henry Lehman, un emigrato tedesco di origine ebraica, e i suoi discendenti mantengono il controllo della banca fino al 1969. Dopo più di un secolo di storia gloriosa, dal 1984 al 1994, la banca finisce sotto il controllo di American Express. Quando riacquista l'indipendenza, sotto la guida di Richard Fuld (l'amministratore delegato che l'avrebbe porta al fallimento) Lehman diventa in breve una delle più importanti e spregiudicate banche d'affari del paese.

LA CRISI - La crisi che porta al fallimento di Lehman è causata da tre fattori: le politiche monetarie della Banca centrale americana, la deregolamentazione di Wall Street e le scelte di Fuld, che viene in seguito ricordato come il peggior amministratore delegato di sempre.

Al momento del fallimento, Lehman in Europa conta circa 6mila dipendenti. Nelle sedi italiane i dipendenti erano circa 140, di cui 120 operativi a Milano e i restanti 20 a Roma.

(Redazione Online/s.a.)

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