Il 9 febbraio ricorre il decimo anniversario della morte di Eluana Englaro. Nata a Lecco nel 1970, ha vissuto per 17 anni - dal 1992 - in stato vegetativo per via di un incidente stradale. È morta a Udine in seguito all'interruzione della nutrizione artificiale.

Eluana è ancora oggi un simbolo della battaglia per il diritto a un fine vita dignitoso.

Quando la giovane si risveglia dal coma e i medici la danno in stato vegetativo permanente, i genitori chiedono subito la sospensione dell'alimentazione e dell'idratazione artificiale.

La battaglia giudiziaria di Beppino Englaro inizia però nel 1999, e si rifa all'articolo 32 della Costituzione: "Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana".

Il procedimento arriva in Cassazione, che nel 2006 boccia la richiesta per via di un vizio nel procedimento.

Beppino Englaro non si perde d'animo, e presenta un nuovo ricorso. Nel 2008 la Corte d'Appello di Milano lo autorizza, in qualità di tutore, a sospendere il trattamento "per mancanza della benché minima possibilità di un qualche, sia pure flebile, recupero della coscienza e di ritorno ad una percezione del mondo esterno ".

Le suore di Lecco che si occupano della ragazza vogliono continuare ad assisterla, così chiedono a Englaro di dimenticarsi della figlia e lasciarla a loro, ragion per cui Englaro decide di trasferirla nella clinica di Udine in cui Eluana morirà.

Iniziano le manifestazioni dei movimenti pro vita. Poi gli atti del governo: il più importante un decreto firmato da Berlusconi per impedire la sospensione del trattamento, rispedito al mittente da Giorgio Napolitano per palese incostituzionalità.

Alle 19.35 del 9 febbraio Eluana muore, per "arresto cardiaco derivante da disidratazione".

La vicenda di Eluana ha aperto un dibattito sul fine vita, che - grazie ad altri casi, su tutto quello di Dj Fabo - ha portato a una legge che oggi consentirebbe al papà della ragazza di interrompere il trattamento senza una odissea giudiziaria lunga dieci anni come quella che ha vissuto Beppino Englaro.

Non sono mancate dichiarazioni di pessimo gusto. Come quella di Gaetano Quagliarello, che disse in Parlamento: "Eluana non è morta, Eluana è stata uccisa". Ma anche Silvio Berlusconi prima della morte della ragazza fu protagonista di un'uscita molto infelice: "Può ancora avere figli", disse.

(Unioneonline/L)
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