È il 6 dicembre del 1994. Manca poco all'interrogatorio in Procura a Milano di Silvio Berlusconi - all'epoca presidente del Consiglio - indagato per corruzione. E Antonio Di Pietro decide di dimettersi dalla magistratura.

Lui, simbolo della vicenda "Mani Pulite", spiega di aver fatto quella scelta per "non essere tirato per la giacca". Versione che poi col tempo verrà rivista e corretta. Dirà di non voler danneggiare il pool con i "veleni" che circolavano sul suo conto, e ancora punterà il dito contro la fuga di notizie sull'avviso di garanzia del Cav.

L'ex magistrato, abbandonata la toga, si butterà in politica e diventerà anche ministro (dei Lavori pubblici e delle Infrastrutture), per poi fondare un proprio partito, Italia dei Valori, che lascerà nel 2014.

Alcuni suoi modi di dire sono diventati di uso comune, come l'ormai noto "che c'azzecca" oppure "o è zuppa o è pan bagnato".

(Unioneonline/s.s.)

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