È il 4 dicembre del 2016 il giorno in cui si tiene il terzo referendum costituzionale e pochi giorni dopo il premier, Matteo Renzi, a seguito dell'esito negativo della consultazione, rassegna le proprie dimissioni nelle mani del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

Terrà il suo incarico come segretario del Pd fino al febbraio successivo.

Il referendum ha di fatto respinto il testo che faceva parte della riforma Renzi-Boschi che prevedeva - con approvazione della Camera - modifiche alla seconda parte della Costituzione.

In merito al testo, "approvate il testo della legge costituzionale concernente "disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione", approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?", si è espresso il 65% circa degli elettori e il "no" ha superato il 59% delle preferenze.

Dato che non era previsto un quorum, la riforma sarebbe entrata in vigore se il numero dei voti a favore avesse superato quello dei contrari, indipendentemente dalla partecipazione.

(Unioneonline/s.s.)

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