Il 29 dicembre 1989 Vaclav Havel viene eletto dall'Assemblea Federale presidente della Cecoslovacchia, carica che manterrà anche dopo le libere elezioni del 1990.È anche l'ultimo presidente del Paese prima della sua dissoluzione.

Drammaturgo, saggista e poeta, oltre che politico, Havel viene a lungo perseguitato per la sua ferrea opposizione al regime comunista. Il suo attivismo politico gli costa tanto in termini di carriera (fu bandito dal teatro dopo la repressione alla fine della Primavera di Praga del 1968) e di libertà personale, è stato cinque anni in prigione.

Non a caso diventa presidente della Cecoslovacchia solo dopo la dissoluzione dell'Urss. Si batte con vigore per evitare la suddivisione del Paese in Repubblica Ceca e Slovacchia, e rassegna le dimissioni per non firmare gli accordi.

Diventa poi presidente della neocostituita Repubblica Ceca, ruolo che mantiene dal 1993 al 2003.

Filo americano e anticomunista, è un liberale moderato di destra, grande sostenitore dell'ingresso di Praga nella Nato. Muore nel 2011 per problemi respiratori, e in Repubblica Ceca osservano tre giorni di lutto nazionale, in Slovacchia uno.

Dal 2013 ci sono un albero e un cippo a lui dedicato nel Giardino dei Giusti di tutto il mondo di Milano.

(Unioneonline/L)

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