È 28 ottobre del 1922 quando 25mila camicie nere si mettono in marcia per raggiungere Roma.

Minacciano di prendere il potere con la violenza, se il re non concederà al Partito nazionale fascista la guida politica dell'Italia.

Vittorio Emanuele III cederà, due giorni dopo, e consegnerà al duce - successore quindi di Luigi Facta - l'incarico di formare il nuovo governo, che sarà composto da Alberto De Stefani, Giovanni Giurati e Aldo Oviglio.

In quelle ore, le camicie nere arrivate a Roma erano più di 70mila.

Dopo le sfilate, e anche diversi scontri nel corso dei quali si registrarono delle vittime, il duce aveva dato l'ordine: smobilitare. Quindi l'ultimo giorno di ottobre i fascisti avevano iniziato a lasciare l'assedio alla capitale.

Per l'avvio della manifestazione, si ricorda un dettaglio: Mussolini era partito dalla stazione di Milano a bordo di un treno con vagoni letto e lo stesso convoglio lungo il tragitto veniva preso d'assalto dai fascisti in festa che facevano di tutto per salutare il loro capo; l'arrivo a Roma era quindi stato ritardato ampiamente.

(Redazione Online/s.s.)

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