Sono passati 64 anni dal terribile incidente in mare tra la Andrea Doria e la Stockholm. Il 25 luglio del 1956 il transatlantico salpato da Genova e la nave diretta a Goterborg entrano in collisione nelle acque dell’Atlantico, non lontano dalla costa di Nantucket (Usa). Un incidente che provocherà la morte di 51 persone.

L’ammiraglia italiana è comandata da Piero Calamai, la Stockholm da Gunnar Nordenson (al momento dello speronamento c’era di guardia, in plancia, il terzo ufficiale di coperta).

C’è una fitta nebbia, l’Andrea Doria emette di continuo i fischi di avviso, la Stockholm no. Ma quando i due giganti si vedono a occhio nudo l’urto è ormai inevitabile, nessuna manovra può essere compiuta.

L’Andrea Doria viene squarciata dalla prua rinforzata dell’altro transatlantico per 12 metri, imbarca acqua e questo causa l’inclinazione. A bordo c’è il panico totale: ci sono oltre mille passeggeri, più i membri dell’equipaggio, e 46 muoiono subito insieme a 5 uomini della Stockholm. Calamai non vuole aggiungere altro dramma e decide di non emettere il segnale di abbandono nave immediato.

Quando arrivano i soccorsi – con le navi Cape Ann, Thomas e Ile de France – il recupero dei naufraghi non è affatto semplice: le lance vengono calate in mare ma l’Andrea Doria è piegata su un lato e affonderà inesorabilmente. Ci vogliono ore per portare a termine le operazioni.

La strage è stata evitata per l’opera, da tutti riconosciuta, svolta dal comandante Calamai che grazie alla sua esperienza ha imposto decisioni rapide anche se difficilissime.

(Unioneonline/s.s.)

Luglio 2020

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