Esattamente trent'anni fa iniziavano a Pechino le proteste di piazza Tienanmen. Una serie di dimostrazioni di massa che ebbero luogo principalmente nell'omonima piazza, e che coinvolsero per quasi due mesi migliaia di studenti, operai e intellettuali.

Simbolo della rivolta è il Rivoltoso sconosciuto, uno studente che solo e disarmato si mise davanti a una colonna di carri armati per fermarli. La foto che lo ritrae pararsi davanti ai blindati è una delle più celebri della storia.

Le proteste, dopo giorni di scontri, sfociarono nella durissima repressione del regime, che mandò l'esercito in piazza e iniziò a sparare contro i manifestanti indifesi.

L'esito fu drammatico: il numero di vittime, ancora incerto, si aggira tra le cento e le duecento unità. Migliaia i feriti.

In Occidente quei fatti vengono considerati evento fondamentale del XX secolo, in quanto diedero modo all'estero di conoscere la repressione del regime cinese e la sua concezione della libertà d'espressione e dei diritti umani. E diedero anche ulteriore slancio alle rivolte contro i regimi comunisti dell'Urss.

In Cina ancora oggi parlarne è un vero e proprio tabù. Il Partito Comunista Cinese ha censurato diverse immagini, filmati e documenti dell'epoca e il massacro dell'esercito ai danni di cittadini inermi viene ricordato ogni anno sotto lo stretto controllo delle autorità, e bollato come "incidente".

(Unioneonline/L)

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