Tra il 12 e il 13 novembre 1999 la zona del sud Sardegna viene colpita da intensi fenomeni temporaleschi, acqua in quantità che cade dal cielo, impregna i terreni. Torrenti e canali, già saturi, non sono in grado di smaltirla e cominciano gli allagamenti.

A Capoterra, dove una parte del paese presenta una pendenza, quel fiume di acqua e fango si infila nelle vie, portando con sé tutto ciò che trova lungo il suo cammino e distruggendo muri e case. Una tragedia accentuata dalla perdita di una vita umana. Felicina Piano è nella sua abitazione insieme alla famiglia. L'acqua è già entrata e il marito chiama un parente per chiedere aiuto. Nel vicinato chi può sale ai piani superiori, altri sulle macchine.

Felicina e il marito decidono che non possono più aspettare e tentano di lasciare la casa, qualcuno lancia una corda: il figlio e la figlia della donna si salvano, la 42enne invece scompare tra i flutti e inutili si rivelano i tentativi del marito di raggiungerla. Il suo corpo verrà recuperato il giorno dopo.

L'altra vittima si registra invece a Macchiareddu: è Giovanni Ragatzu, 60 anni, che sta rientrando in auto dalla zona industriale verso Selargius. Ma la laguna di Santa Gilla è così ingrossata da diventare un tutt'uno col mare e sommerge la strada trascinando via la macchina dell'uomo.

Incalcolabili i danni in tutta la zona, una tragedia che non sarà mai dimenticata.

(Unioneonline/s.s.)

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