Esattamente 49 anni fa il Cagliari di Domenghini, Riva, Gori, Albertosi, Cera, Niccolai - allenato da Manlio Scopigno - vince l'unico scudetto della sua storia.

Il trionfo arriva dopo il 2-0 all'Amsicora sul Bari e grazie alla contemporanea sconfitta della Juve all'Olimpico.

Lo scudetto è merito di una difesa impenetrabile, la migliore d'Italia con appena 11 gol subiti in 30 partite, e del re dei bomber, Gigi Riva, capocannoniere con 21 gol e simbolo della squadra.

Quel record difensivo - appena 0,37 gol subiti a partita in media - resiste ancora oggi nel massimo campionato italiano.

La vittoria del Cagliari è la prima di una squadra del Sud Italia, lontana dalle grandi città del Nord e del Centro. Inutile dire che ha assunto un significato particolare per l'intera Sardegna. Lo stesso Gigi Riva ricordò come la Sardegna era diventata il simbolo di un'isola distante, ritenuta "patria di pastori e banditi".

"Lo scudetto del Cagliari rappresentò il vero ingresso della Sardegna in Italia. Fu l'evento che sancì l'inserimento definitivo della Sardegna nella storia del costume italiano. La Sardegna aveva bisogno di una grande affermazione e l'ha avuta con il calcio, battendo gli squadroni di Milano e Torino, tradizionalmente le capitali del football italiano. Lo scudetto ha permesso alla Sardegna di liberarsi da antichi complessi di inferiorità ed è stata un'impresa positiva, un evento gioioso". Questo è quanto ebbe modo di scrivere tempo dopo Gianni Brera.

(Unioneonline/L)

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