La Corte di Giustizia dell'Ue ha multato l'Italia per 7,5 milioni di euro come somma forfettaria, più 80mila euro al giorno a partire da oggi, per il mancato recupero degli aiuti di Stato concessi al settore alberghiero in Sardegna, dichiarati illegittimi dalla Commissione nel 2008.

L'Italia smetterà di pagare la multa (80mila euro al giorno) quando avrà recuperato i 13,7 milioni di aiuti incompatibili con il diritto Ue, che avrebbe dovuto farsi rimborsare entro l'11 settembre del 2014.

La Corte sottolinea, infine, "i giudici italiani non possono disporre alcuna sospensione del recupero degli aiuti", poiché sia il Tribunale Ue che la Corte hanno respinto il ricorso per l'annullamento della decisione della Commissione del 2008.

Con sentenza del 29 marzo 2012 , pronunciata nell'ambito di un ricorso per inadempimento proposto

dalla Commissione, la Corte di giustizia ha dichiarato che l'Italia non aveva adottato tutti i provvedimenti necessari per recuperare gli aiuti in questione. Poiché l'Italia continuava a non conformarsi a detta sentenza, la Commissione ha proposto, nel 2018, un secondo ricorso per inadempimento contro detto

Stato membro. Nell'ambito di tale secondo ricorso, la Commissione ha chiesto alla Corte di condannare l'Italia al pagamento di una somma forfettaria nonché di una penalità.

Con la sentenza odierna, la Corte constata che l'Italia, non avendo adottato, entro la data in cui è scaduto il termine fissato dalla Commissione (ossia l'11 settembre 2014), le misure necessarie a recuperare integralmente gli aiuti, è venuta meno all'obbligo di eseguire la sentenza della Corte del 2012.

La Corte sottolinea che l'Italia non ha dimostrato quanto da essa fatto valere, ossia che il recupero integrale degli aiuti in questione sarebbe impossibile. La Corte rileva altresì che il Tribunale dell'Unione europea ha respinto il ricorso volto all'annullamento della decisione della Commissione del 2008 e

che essa Corte ha confermato tale rigetto: di conseguenza, i giudici italiani non possono disporre alcuna sospensione del recupero degli aiuti di cui trattasi. Infine, la Corte ricorda che l'Italia non può invocare il legittimo affidamento dei beneficiari di aiuti illegittimi, in quanto tale argomento è già

stato respinto nella sentenza della Corte del 2012.

Pur riconoscendo gli sforzi compiuti dall'Italia nel recupero degli aiuti in questione (nel 2019, l'89% dell'importo totale in conto capitale di tali aiuti sarebbe stato recuperato, vale a dire l'83% di tale importo in conto capitale maggiorato degli interessi), la Corte ritiene adeguato infliggere all'Italia sanzioni pecuniarie sotto forma di una penalità e di una somma forfettaria.

(Unioneonline/F)
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