La Sardegna investe sempre meno nelle sue infrastrutture che, senza la dovuta manutenzione, invecchiano sempre più.

Invecchiano le strade e i porti dell’isola, mentre un po’ di cura viene riservata agli aeroporti e alle infrastrutture energetiche.

Lo evidenzia una ricerca della CNA Sardegna che calcola il valore attuale delle opere pubbliche che attualmente insistono sul territorio isolano: infrastrutture del genio civile (strade, porti, aeroporti, infrastrutture di rete, etc.) e infrastrutture sociali (scuole, ospedali, edifici dell’amministrazione pubblica, etc.).

Quel che emerge da questi preoccupanti dati è che negli ultimi anni gli investimenti complessivi nelle infrastrutture sarde (sia le nuove opere che l’ammodernamento di quelle vecchie) non sono riusciti a compensare la perdita di valore dovuta all’invecchiamento e alla perdita di efficienza funzionale delle opere esistenti.

Alla fine del 2014 – segnala la ricerca dell’associazione artigiana - il valore del patrimonio pubblico della Sardegna ammontava a 42,3 miliardi di euro, un dato che colloca la Sardegna all’undicesimo posto tra tutte le regioni italiane: ben al di sotto di regioni come Campania e Sicilia (ma anche di Puglia e Calabria), ma comunque al di sopra di Abruzzo, Molise e Basilicata.

Si tratta di 3,1 milioni di euro per chilometro quadrato e 25 mila euro per abitante.
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