Confermata l'Opzione donna: in pensione a 58 anni, ma con penalizzazioni
Le ultime novità in materia di previdenza e la misura dedicata alle lavoratriciPer restare aggiornato entra nel nostro canale Whatsapp
Nel pacchetto di provvedimenti della manovra di Bilancio al vaglio dell'Unione europea, oltre alla Quota 100, ai bonus per chi riscatta i "vuoti contributivi", le pensioni di cittadinanza, rientrano anche misure specifiche per le donne.
Si tratta di una proroga inserita nella riforma previdenziale del governo giallo-verde alla cosiddetta "opzione donna sperimentale" introdotta da una legge a firma Maroni del 2004 e poi confermata dalla riforma Fornero, che prevede la possibilità per lavoratrici del settore pubblico e privato di anticipare l'età della pensione su base contributiva. Nel dettaglio, l'età minima prevista è di 57 anni - 58 per le lavoratrici autonome - con 35 anni di contributi versati e non con i 41 previsti per legge o dopo aver compiuto 65/66 anni.
Scelta personale, come sempre in questi casi, con la consapevolezza che l'uscita anticipata dal mondo del lavoro comporterebbe un taglio cospicuo all'assegno previdenziale, calcolato interamente su base contributiva e quindi sui versamenti effettuati durante tutta la storia professionale e non sugli ultimi stipendi percepiti. Un divario che potrebbe attestarsi attorno al 30 o 40% in meno rispetto alla pensione che si prenderebbe andando all'età prevista, oltre al fatto che se non dovessero esserci le coperture detta proroga potrebbe non essere confermata.
(Unioneonline/b.m.)