L’uovo di serpente
Caffè Scorretto
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I paradossi sono acrobazie del pensiero logico. Vi ricorriamo per dare spiegazione intuitiva a ciò che appare inspiegabile. Per esempio: si stava meglio quando si stava peggio. Ossia ai tempi della guerra fredda, quando Urss e Oriente da una parte, Stati Uniti e Occidente dall’altra si fronteggiavano con le armi nucleari al piede; ma con evidente intenzione di non farvi ricorso, tutti consapevoli che nessuno ne sarebbe uscito vincitore né vivo. Poi, era il 1991, l’Urss implose. Prima di dissolversi il Soviet depose nel grembo del Cremlino un uovo di serpente. Ne uscì Vladimir Vladimirovic Putin, che mistificando la sua vera natura politica, ascese al potere. Lo agguantò con la determinazione di non mollarlo più. E ancora lo detiene. I benevoli lo chiamano autocrate, di fatto è un tiranno. Comunista convinto, seguace di Stalin da lui riabilitato, sostenitore dell’imperialismo sovietico-russo, è emerso dalle sentine del Kgb. Le sue mosse sembrano un preludio allo scoppio di una guerra mondiale. Ma davvero la vuole? Da una conversazione tra lui e Xi Jinping furtivamente captata sappiamo che vuole vivere fino a 150 anni. Putin è un povero diavolo che ha paura di morire, come i piccoli mortali che lui disprezza. Una guerra mondiale sarebbe, alla fine, inevitabilmente atomica e lo ucciderebbe. Quindi, forse, sta bleffando. Comunque è meglio non metterlo alla prova.
