A rrangiarsi, il più italiano dei verbi. A Parma i vigili multano (ma chi paga?) due poveracci che dai portici trasferiscono armi e bagagli all'hotel “Sotto le stelle”, colazione esclusa. A Oristano, i ragazzi che certe notti “fra cosce e zanzare” fanno pure “un po' di cagnara” (sempre Ligabue) sono stati forzatamente invitati a lasciare il sagrato della Cattedrale. Certo, esageravano, ma l'adattamento fa ridere. Una piazza hanno lasciato e altre due ne hanno occupato: stessa musica, stessa cagnara. Dappertutto il teatrino si traduce in una parola che sintetizza la storica tendenza nazionale: arrangiarsi. Sotto Covid la platea si arricchisce. Si arrangia chi dovrebbe arrangiare il Paese, da Roma a Morterone. Si arrangiano i governatori delle Regioni quando dispongono il mezzo lockdown per (ri)arrangiarsi non appena lo Stato si arrangia cancellando l'arancione e colorando le amate sponde di rosso “che confonde l'alma oppressa del piacer”. Da Vincenzo Monti poeta a Vincenzo De Luca all'attacco durante l'intera fase 1 del Covid e oggi a difesa del suo campanile sotto tiro. Il governatore respinge e rilancia: com'è che gli ospedali scoppiano da nord a sud, i pronto soccorso chiudono anche nella gialla Sardegna, ma in testa al peggio c'è sempre la Campania? De Luca: arrangiati e che Crozza ti aiuti.

ANTONIO MASALA
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