Il privilegio
Caffè Scorretto
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L a legge è quasi uguale per tutti. Dire che chi è in politica può godere di qualche vantaggio è ragionevole. È di questi giorni l’operazione della ministra al turismo di Fdi Daniela Santanchè di spaccare le virgole e sfruttare l’immunità parlamentare per evitare il processo circa una presunta truffa in danno all’Inps. Nell’opposto versante la Commissione affari legali del Parlamento europeo ha bocciato la richiesta dell’Ungheria di revocare l’immunità parlamentare di Ilaria Salis, eurodeputata di Alleanza Verdi e Sinistra; sarà il Parlamento in seduta plenaria a prendere la decisione finale. Le storie e le paure sono totalmente diverse, l’obiettivo identico: evitare il processo. In un Paese normale succederebbe l’esatto contrario, i parlamentari rifiuterebbero l’immunità per affidarsi esclusivamente alla giustizia contando sugli stessi diritti e doveri di tutti i comuni mortali. Di fatto i privilegi continuano a far parte di una certa tradizione nazionale: negli stadi, nei teatri e persino nelle chiese per le solennità religiose, compare: riservato autorità. Se la politica vuole recuperare credibilità (e ne ha bisogno) deve porre fine alle franchigie. Un ladro è un ladro, l’evasore è un evasore, un inganno è un inganno. In parole concrete: il privilegio non compete a chi ha compiti di guida e di comando, bastano e avanzano gli extra.