Q uando tieni una rubrica, anche una in multiproprietà come questa, ogni tanto trovi qualcuno che ti legge e poi diagnostica: «Tu te la pensi di notte, questa roba», intendendo che servono tempo, silenzio e forse anche buio per commentare più o meno sagacemente i fatti dei nostri giorni.

È un errore. Per tirare giù una rubrica bene o almeno in fretta basta scegliere un fatto che si commenta da solo, un po' come le auto dell'imminente futuro che si guideranno da sé. Facciamo tre esempi, lasciando all'arguzia di chi legge il compito di tirare automaticamente le somme come fanno i rubrichisti.

Uno: Alessandro Di Battista, noto alle cronache per aver dato delle puttane ai giornalisti e ignoto ai sussidiari come testimoniano i congiuntivi “facci” e “venghi”, si prepara a insegnare in un corso di giornalismo.

Due: a Terracina c'è un focolaio Covid tra quelli che sono andati in un ristorante, alcuni con mascherina penzoloni e alcuni senza, a sentire un comizio di Salvini. Il ristorante si chiama “Il tordo”.

Tre: Kenzo, che era un uomo molto raffinato, e Trump, che è Trump, si sono ammalati di Covid. Kenzo è morto, Trump sta guarendo.

Svolgimento: una riga a piacere.

Facile, vero? Si scrive da sé. Tanto che se Di Battista vuol proprio insegnare giornalismo, a questo punto facci pure.

CELESTINO TABASSO
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