I eri, nel suo ennesimo comizio in Emilia, Salvini ha detto: «Se Berlinguer tornasse sulla terra e vedesse Renzi e Zingaretti, sapete quante gliene direbbe a questa gente qua». Zingaretti ha replicato poco dopo: «Salvini quando parla di Enrico Berlinguer si sciacqui la bocca».

Risposta nel complesso modesta: vagamente bullesca e anche sfocata, visto che Salvini non ha certo mancato di rispetto a Berlinguer. Anzi, la sua osservazione per quanto strumentale non è sbagliata, soprattutto per quanto riguarda Renzi.

Il punto è: come può il destro Salvini strappare un applauso ammiccando a chi amò Berlinguer, e pure ai giovani che hanno sentito parlare del segretario del Pci come di un uomo austero e amico dei deboli?

Tentativo di risposta: può farlo perché sa sintonizzarsi col popolo, che è scontroso e mutevole e sentimentale. E perché è facile fare i berlingueriani col Renzi degli altri: si strappa un «beh, su questo ha ragione» e si dribblano un paio di domande ispide. Per esempio: se anche lui tornasse sulla terra, che cosa direbbe di questa destra bisunta e ritwittata quell'antico hidalgo di Almirante? Ma soprattutto: finito con Renzi, Berlinguer che cosa direbbe di Salvini?

(Poi c'è la sovranista Rita Pavone che dice di avere nostalgia di Togliatti, ma magari ne parliamo un'altra volta. O anche mai).

CELESTINO TABASSO
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